Non ci sono colpevoli per la morte del cuoco Carmine Abate travolto nel crollo del costone della montagna sovrastante Atrani mentre era a lavoro presso il ristorante Zaccaria il 2 gennaio di 12 anni fa.
Lo hanno deciso di giudici della Corte d'appello di Salerno che hanno ribaltato completamente la sentenza di primo grado con la quale venivano condannati ad un anno il titolare del locale, Zaccaria Pinto; la moglie Rosa Staiano e ad un anno e mezzo il proprietario della montagna Andrea Barbaro.
Secondo la Procura si era trattato dell'ennesima tragedia annunciata a causa anche di alcuni lavori eseguiti sulla strada e della scarsa manutenzione della montagna: i proprietari non avrebbero fatto nulla per mettere in sicurezza lo stabile mentre i tecnici, secondo l'ipotesi accusatoria, avevano qualificato erroneamente i pericoli e rischi del tratto di costone che crollò.
Per loro 7 – Domenico Guida, direttore dei lavori per l'Autorità di bacino Destra Sele; Gerardo Lombardi, responsabile del procedimento e relatore per le frane nel gruppo di supporto dell'Autorità di bacino; Giovanni Polloni, geologo abilitato dalla società Aquater a sottoscrivere il piano di stralcio per l'assetto idrogeologico; l'ingegnere Giovanni Trassari per il coordinamento tecnico di progetto e rischio; Lorenzo Rocchetti, responsabile del progetto per Aquater frane; Crescenzo Minotta, geologo in sevizio al Destra Sele e il funzionario Anas Nicola Nocera – l'assoluzione con formula piena era arrivata già in primo grado.