Ore di preoccupazione questa notte dopo il tremendo terremoto che ha colpito la Turchia meridionale.
Erano le 7.29 quando il Dipartimento della Protezione Civile nazionale ha revocato l’allerta maremoto sulle coste italiane in seguito al sisma di magnitudo 7.9 con epicentro nella provincia di Gaziantep tra Turchia e Siria registrato alle ore 2.17.
La revoca dell’allarme è stata disposta sulla base dei dati elaborati dal Centro Allerta Tsunami (CAT) dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia quattro ore dopo che, in seguito ad alcune anomalie sul livello del mare registrate nel Mediterraneo, aveva diramato e diffuso un avviso a tutte le Prefetture d’Italia: “Il maremoto – spiegava la nota delle 3.30 – consiste in una serie di onde marine prodotte dal rapido spostamento di una grande massa d’acqua. L’allerta indica la possibilità di un pericolo reale per le persone che si trovano vicino alla costa, specialmente se in zone poco alte, o addirittura più basse, rispetto al livello del mare. Anche un’onda di solo 0,5 metri di altezza – veniva sottolineato nel comunicato – può generare pericolose inondazioni e fortissime correnti”. Pertanto, la protezione civile nazionale raccomandava “di allontanarsi dalle zone costiere, di raggiungere l’area vicina più elevata e di seguire le indicazioni delle autorità locali”.
Come da protocollo si era immediatamente riunito in Prefettura il comitato provinciale, anche perché l’allerta era nazionale e con codice rosso ed interessava, in Campania, Palinuro, Salerno e Napoli, in particolare nell’arco temporale tra le 07.22 e le 07.38.
Un risveglio complicato se non traumatico per tutti quelli che si sono alzati prima delle sette, con i notiziari radiofonici e televisivi (anche Buongiorno Lira, la nostra rassegna stampa quotidiana) che davano notizia del pericolo e della sospensione, a scopo cautelativo, della circolazione ferroviaria, che è ripresa dopo il cessato allarme.