Traffico internazionale di droga al Porto: siriano nei guai

Francesca De Simone

I finanzieri del Comando Provinciale hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Salerno, su richiesta della Procura, nei confronti di un cittadino siriano 63enne, Taher Al Kayali, allo stato latitante, indagato per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. I fatti contestati risalgono al sequestro di un quantitativo superiore alle diciassette tonnellate tra captagon ed hashish, eseguito nel mese di giugno del 2020, nel porto di Salerno, occultato all’interno di containers commerciali provenienti dalla Siria e diretti in Arabia Saudita e Libia. A seguito delle indagini coordinate dalla Procura, fu possibile ipotizzare, la responsabilità di un siciliano residente in Svizzera, Alberto Eros Amato e di uno spedizioniere doganale salernitano, raggiunti da una misura cautelare nel 2021, perché ritenuti responsabili dell’intermediazione logistica dei carichi. Per il primo è arrivata la condanna a dieci anni di reclusione, confermata dalla Corte d’Appello, mentre per il secondo è ancora in corso il processo innanzi al Tribunale di Salerno. Secondo l’accusa, il mittente del carico ed il responsabile delle operazioni di trasporto sarebbe, invece, il siriano Al Kayali. Sarebbe stato, infatti, possibile ricostruire, in fase investigativa, le conversazioni su whatsapp e telegram tra quest’ultimo e Amato, al quale sarebbero state fornite istruzioni sulle procedure da seguire per mettere in atto la pratica del “tramacco”, che consiste nel trasferire la merce di copertura dagli originari contenitori in altri “nazionalizzati”, così da far perdere le tracce della provenienza del carico. In questo modo non sarebbe stato possibile risalire all’origine siriana della spedizione, proprio per evitare le ispezioni negli scali intermedi dei containers contenenti lo stupefacente, in quanto provenienti dal porto di Latakia in Siria, Paese inserito in “black list” del sistema doganale. Sulla vicenda è in corso anche un procedimento in Germania, sempre per traffico internazionale di stupefacenti e grazie ad una cooperazione internazionale è stato possibile ottenere informazioni che hanno poi portato alla misura cautelare nei confronti del siriano.

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