“Danno erariale da 1,2 milioni”: 22 indagati a Cava

Antonio Esposito

Un invito a dedurre è stato notificato dai finanzieri del nucleo polizia economico-finanziaria di Napoli, su delega della Procura regionale per la Campania della Corte dei Conti, nei confronti del sindaco di Cava de’ Tirreni , del vicesindaco e di 16 amministratori e 4 dirigenti del Comune, per un presunto danno erariale di oltre 1,2 milioni di euro. La vicenda riguarda l’acquisto, nel 2010, dell’area industriale denominata “ex Cofima”.

Dagli accertamenti amministrativo-contabili svolti dal Gruppo Tutela spesa pubblica del Nucleo Pef di Napoli è emerso che il compendio immobiliare è stato rilevato da una procedura fallimentare al prezzo di 4.644.000 euro, mediante sottoscrizione di un mutuo bancario pluriennale con un soggetto privato, anziché con la favorevole e agevolata Cassa Depositi e Prestiti.

L’operazione è stata inoltre proposta, avallata e deliberata nell’arco di soli 6 giorni (tra il 5 e 11 ottobre 2010), “senza alcuna previsione programmatica di spesa – sottolinea la Gdf in una nota – senza individuare una chiara finalità pubblica cui destinare il bene e senza acquisire i previsti pareri tecnici anche ai fini di una congrua valutazione del cespite”.

La carenza di tali passaggi procedurali, secondo la magistratura contabile, “ha di fatto comportato, oltre al ricorso all’indebitamento sul mercato del credito, l’oneroso acquisto di un bene gravato da numerosi abusi edilizi. Il complesso immobiliare non solo non è stato mai utilizzato ma, a partire da ottobre 2021, è stato posto in vendita dal Comune mediante asta pubblica, andato allo stato deserta”.

La Procura contabile ha ascritto in capo ai pubblici amministratori che hanno avallato e deliberato l’acquisto del bene un danno alle pubbliche finanze quantificato, sino a dicembre 2022, in 1.230.501,22 euro, pari agli interessi passivi scaduti e pagati sui ratei di mutuo non ancora prescritti.

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