Un’altra giornata, la 25esima del campionato di Serie A, è passata e la distanza rispetto a quart’ultima (+3) e quint’ultima (+7) resta immutata. Questa senz’altro è la miglior notizia per la Salernitana che, giocando dopo Spezia-Verona, conoscendo il risultato maturato al Picco, nel secondo tempo in alcuni momenti ha dato quasi l’impressione di accontentarsi del pareggio in casa della Sampdoria.
In uno scontro diretto caratterizzato dalla paura di perdere, una di quelle partite in cui i calciatori più fragili rischiano di sciogliersi come neve al sole, mister Paulo Sousa ha comunque ricevuto risposte confortanti dai suoi. Innanzitutto, la partita sarebbe potuta cambiare radicalmente se Candreva, smarcato da solo davanti al portiere avversario, fosse stato più cinico nel cercare di superare Audero. In compenso, forte della sicurezza conferita tra i pali da Ochoa e in generale a tutto il reparto da Gyomber, anche grazie alla copertura assicurata dalla diga centrale composta da Coulibaly e Crnigoj, la Salernitana soprattutto nel primo tempo non ha corso rischi, ha tenuto il campo in maniera ordinatissima, ha vinto tutti i duelli difensivi.
Nella ripresa, con gli ingressi di Mazzocchi e Maggiore, cui stavolta mister Sousa ha concesso un tempo intero per aumentare il loro minutaggio, la Salernitana ha perso sorprendentemente mordente. I due sono ancora alla ricerca della migliore condizione e anche di un pizzico di cattiveria agonistica. Si spiega pure così, assieme alla reazione disperata di una Samp spuntata, il leggero calo di rendimento evidenziato dai granata, ai quali non è bastato nemmeno l’ingresso di un volitivo (ma evanescente) Dia.
Alla fine l’imbattibilità della porta granata sale a 201 minuti (quinto clean sheet stagionale, secondo di fila). Ma si prolunga anche il digiuno di Piatek, che ha raggiunto quota 963 minuti, un problema che va risolto, migliorando la qualità complessiva della manovra ed aumentando il numero delle occasioni create.
Salernitana, un pareggio per dare continuità al rendimento
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