“Fu con quel coraggio di rimanere soli che imparammo ad amarti… quella voglia di rischiare tutto, per restare insieme fino alla fine”, si legge su una “pezza” appesa al muro.
20 anni a sostegno di una fede, partendo dal cuore antico della città e girando tutta Italia per portare in alto il nome di Salerno. Il gruppo ultrà Centro Storico, un pugno chiuso come simbolo e tante battaglie condotte con ostinazione, fierezza ed unità, ha festeggiato il ventennale della sua attività a sostegno della Salernitana.
Al Complesso di Santa Sofia, in Largo Abate Conforti, è andata in scena una giornata all’insegna della “Salernitanità”, del ricordo di fratelli scomparsi, a partire dal compianto Matteo Leone, un figlio del centro storico che perse la vita in un tragico incidente sul lavoro (era presente il papà Emilio), senza dimenticare Enzo Lioi, vittima del rogo del treno del 24 maggio 1999, ed altri ancora.
Nella sala, gremita dai componenti del gruppo, da altri ultras della Curva Sud Siberiano, da gemellati provenienti da tutta Italia, ma anche da turisti e semplici curiosi attirati da tanto colore e tanta passione, è stata inaugurata una mostra fotografica, sono stati esposti drappi storici, striscioni, cimeli, tamburi, pezze, magliette e felpe, sciarpe.
I presenti, poi, hanno potuto seguire la presentazione del libro fotografico con un bel racconto firmato da Dario Cioffi e dedicato ai ragazzi del Centro Storico, grazie alla quale hanno potuto ripercorrere i momenti più significativi della vita del gruppo che porta avanti ideali come identità e tradizione e che prova ad inculcare nelle nuove generazioni quel senso di appartenenza che fa di quella granata una delle tifoserie riconosciute tra le più calorose al mondo.
Una giornata di festa, insomma, all’insegna dell’orgoglio di essere granata.
Festa per il ventennale del gruppo ultras Centro Storico
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