La notizia divulgata qualche giorno fa dalla stampa in merito alle dimissioni del Primario del Reparto di Cardiochirurgia d’Urgenza del Ruggi, Severino Iesu, ha avuto l’effetto di una bomba, capace di far oscillare la “Torre Cardiologica” e far sobbalzare tanti esponenti della politica salernitana, che nell’esprimere sconcerto per la perdita di un luminare, hanno anche ipotizzato le motivazioni della decisione del Professore, medico di fama mondiale, che di fatto lascerà non un vuoto ma una voragine difficilmente colmabile in reparto. “Quando le eccellenze professionali sono costrette a lasciare, significa che le soluzioni organizzative non sono di livello”, questo per sommi capi il refrain di alcuni esponenti politici ad ogni livello istituzionale. Naturalmente, non sappiamo fino a che punto si tratti di un “atto dovuto”, insomma di una decisione assunta in tutta serenità per sopraggiunti limiti d’età o se incomprensioni, frizioni con chi dirige l’Azienda Universitaria Ospedaliera abbiano in qualche modo accelerato il processo. Quel che sappiamo è che l’effetto-domino è già in atto, visto che la squadra di specialisti, ben quattro, Generoso Mastrogiovanni, Paolo Masiello, Mario Miele e Francesco Cafarelli hanno già preparato le valige dopo essere rimasti senza la loro guida. Quel che sappiamo è che dal primo agosto, la Torre del Cuore non potrà contare sul cervello di un reparto che era diventato il fiore all’occhiello della sanità nostrana. Secondo indiscrezioni, il Professor Iesu avrebbe deciso di rassegnare le dimissioni a causa delle difficoltà nel gestire la sua struttura come avrebbe voluto. Fosse così, sarebbe grave. Mettere i bastoni tra le ruote alla scienza non è certo la cosa più intelligente da fare.
Ruggi: si dimette Iesu, la “Torre” perde pezzi
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