Dia, i clan puntano agli affari della costiera amalfitana

Simona Cataldo

Nuove leve e vecchie organizzazioni che agiscono in contemporanea. I primi dediti soprattutto allo spaccio di droga. I secondi, invece, capaci di condizionare il tessuto imprenditoriale ed anche politico. E’ questo uno degli aspetti emersi dalle attività investigative degli uomini della Direzione Distrettuale Antimafia. Una criminalità a «basso profilo di esposizione e, come tale, particolarmente insidioso» si legge nella relazione semestrale che già da anni, ma con una particolare accelerata nel post covid, ha pervaso il tessuto socio economico e imprenditoriale con l’impiego di capitali illeciti tanto nelle filiere produttive quanto nei servizi turistici. Quattro le macroaree di azione: Salerno, Agro nocerino-sarnese, Piana del Sele, in cui risultano ricompresi i Comuni di Battipaglia, Eboli e Capaccio, ed il Cilento, ma forti sono i rischi anche per la Costiera Amalfitana che non risulta estranea alle logiche d’infiltrazione economica dei clan attratti dalla sua forte vocazione turistica che potrebbe «rappresentare un obiettivo di primario interesse anche per le organizzazioni camorristiche provenienti dalle province limitrofe».

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