2023: fuga da Salerno. Non è un film di fantascienza, ma la triste valutazione di un qualcosa che si sta materializzando per quell’evoluzione dei tempi che in taluni casi diventa involuzione. Salerno centro, la cosiddetta “city”, rischia di trasformarsi in un contenitore vuoto, senza l’anima, senza il cuore pulsante del commercio al dettaglio, senza la comfort-zone di quei negozi di vicinato che da decenni sono stati non solo riferimenti per lo shopping ma anche una buona scusa per fare due chiacchiere coi commercianti, divenute col tempo quasi parenti, o comunque amici da andare a trovare di tanto in tanto. “Uno spazio dove potersi fermare anche solo per un caffè” – dice malinconicamente Adolfo Gravagnuolo ai colleghi del Mattino, nel commentare quella scritta che oggi campeggia sulla vetrina dello storico negozio di Via Velia -. “Vendita straordinaria per chiusura”. Ma di straordinario non c’è nulla, faremmo volentieri a meno di clamorosi sconti pur di continuare a vivere giorni “ordinari”, normali, pur di continuare ad andare in giro per negozi senza trovarci al cospetto di serrande chiuse per sempre. Nel centro storico cittadino, sono già tanti i commercianti e gli artigiani che si sono arresi allo strapotere dei Centri Commerciali, che sono calamita per intere famiglie e calamità per chi oggi si ritrova senza clienti e senza un valido motivo per tenere accesa l’insegna e, con essa, quella normalità che tanto ci piaceva.
Il commercio si arrende: chiudono anche gli “storici”
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