“Un’azione meccanica violenta esercitata in corrispondenza del collo”. Marzia Capezzuti , la 29enne milanese uccisa dopo un’infinita serie di maltrattamenti e torture subite nella casa della famiglia del fidanzato morto, dove veniva trattata come una “schiava”, è stata strangolata. Alessandro Santurro, primario di Medicina legale del “Ruggi” di Salerno e perito del gip, ha depositato la relazione relativa all’incidente probatorio (l’autopsia sul cadavere in avanzato stato di decomposizione rinvenuto il 25 ottobre scorso in un casolare abbandonato a santa Tecla di Montecorvino) richiesto dall’avvocato dei coniugi accusati dell’omicidio. Quattrocentouno pagine di perizia, dettagliatissima, che conferma scientificamente le risultanze delle indagini degli inquirenti. A partire dalla veridicità del labiale della confessione che il 15enne figlio della coppia, accusato anche lui della morte della giovane ed ora a Nisida, fece in videochiamata su Instagram alla sorella maggiore Annamaria: “Amm affucat’ “. Secondo la perizia di Santurro, la lesione dell’osso ioide, nel collo, tra il mento e la cartilagine della laringe, è risultata “di tipo traumatico”. Ed è provato pure che quell'”azione meccanica violenta” non fu perpetrata su un cadavere, ma quando Marzia era ancora viva. Probabilmente priva di conoscenza, visto che, sempre la perizia, parla di un versamento di sangue a carico dei tessuti molli del capo, ovvero di un colpo alla testa prima di morire, l’ultimo dopo quelli subiti nei mesi precedenti.
Il primario di Medicina legale del "Ruggi" di Salerno e perito del gip, ha depositato la relazione relativa all'incidente probatorio
Marzia la perizia conferma lo strangolamento
Quattrocentouno pagine che suffragano scientificamente le risultanze delle indagini degli inquirenti
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