Uno slalom tra gli ‘Gli Indifferenti’ di Alberto Moravia e l’ “Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp”, del giornalista Marco Belpoliti. Scelte inattese, quelle proposte agli oltre 500 mila maturandi, visto che quest’anno il tototema dava in pole Manzoni, di cui ricorre il centocinquantesimo della morte; Gadda, morto nel 1973 e Calvino. Temi su cui si scommetteva, come la tecnologia o l’Europa, invece, appaiono, dissimulati, in alcune delle tracce.
Dalle ore 8,30 in punto sul sito del ministero dell’Istruzione è stata disponibile la chiave ministeriale per decrittare il testo della prima prova scritta contenuta nel plico telematico relativa all’Esame di Stato 2023, che – lo ricordiamo – quest’anno ritorna in toto alla formula precovid.
Sette le proposte del ministero per la prova di italiano, comune a tutti gli indirizzi. Per l’analisi del testo, la poesia “Alla nuova luna” del Nobel Salvatore Quasimodo, che fa parte della raccolta “La Terra impareggiabile”; e, per la prosa, un brano da “Gli indifferenti” che Moravia scrisse nel 1929. Per l’analisi e la produzione di un testo argomentativo tre le scelte: da “L’idea di Nazione” di Federico Chabod, la parte in cui si parla di Camillo Benso, conte di Cavour; un omaggio postumo a Piero Angela e al suo libro testamento, “Dieci cose che ho imparato”, in cui si spiega che “l’80% della ricchezza dei paesi più avanzati è immateriale, cioè è rappresentata dal sapere. Ed è questo che fa la vera differenza tra le nazioni”; e poi un brano tratto da Oriana Fallaci, “Intervista con la storia”, edito da Rizzoli nel 1977, che i candidati devono leggere, riassumere e comparare con lo scenario internazionale attuale. Per la riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità, infine, le due tracce rimandano: la prima, all’”Elogio dell’attesa nell’era di Whatsapp” scritto nel 2018 dal giornalista Marco Belpoliti in cui viene messo in evidenza l’atteggiamento oggi comune, del non sapere attendere (ricevi, visualizza e rispondi); la seconda, su cui i maturandi avranno molto da scrivere, all’appello degli intellettuali all’ex ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, per opporsi alla riproposizione del maxi-orale.