Psicosi scaffali vuoti, parte la corsa a olio e pasta

Anna Sarno

La guerra tra Ucraina e Russia ha un effetto immediato sulle provviste. Non solo, l'aumento dei prezzi del carburante e del gas e il rischio paralisi degli autotrasporti sta innescando la reazione della gente che, se ancora non si è buttata sugli scaffali a fare scorta, cerca però di riempire il carrello più del necessario. Il problema, per ora, non è tanto la carenza di cibo quanto le spese eccessive dettate dalla preoccupazione. Il tam tam su chat e social rischia di innescare psicosi di massa. La paura è che salti la catena di approvvigionamento. Le scorte di olio di semi di girasole, che per il 60% provengono da Russia e Ucraina, potrebbero terminare e non sarebbe un problema da poco: biscotti, conserve, salse e condimenti vengono prodotti con olio di semi. C'è poi il grano e i cereali in generale: l'Italia, come il resto d'Europa, dipende per il 20% dalle forniture ucraine. A minacciare gli scaffali dei supermercati c'è anche lo stop dell'autotrasporto, da lunedì. 85% della merce in Italia viaggia su strada. Il caro gasolio – rileva poi la Coldiretti – rischia di fermare i trattori nelle campagne, spegnere le serre di fiori e ortaggi e bloccare i pescherecci italiani nei porti.

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