Non tardano ad arrivare le precisazioni da parte di chi gestisce il punto ristoro nell’impianto sportivo che oltre a specificare che il listino prezzi non è reale e i prezzi sono molto più bassi rispetto a quelli evidenziati sul cartello diffuso sui social, sottolinea che la società ha costi di gestione alti: 60 dipendenti, canone annuale al Comune per la gestione, Inps, Inail ed ovviamente il costo dei prodotti in vendita. inoltre, il “Comune non ha mai praticanto alcuno sconto alla nostra società che da 22 anni versa all’Ente 30mila euro all’anno. Il canone annuo non è mai stato rivalutato come invece era previsto dal Capitolato. Abbiamo pagato per quattro settori quando invece, la Curva Nord, non è disponibile se non parzialmente e abbiamo corrisposto sempre le stesse cifre anche quando si retrocedeva, Fino ad oggi abbiamo versato al Comune 660mila euro nonostante i due fallimenti delle precedenti società e la ripartenza dalla serie D. Per non parlare di quando lo stadio Arechi è stato chiuso al pubblico per il Covid. Anche in quel caso abbiamo pagato la cifra piena del canone nonostante non ci fossero tifosi sugli spalti”. in merito poi alle dichiarazioni del consigliere Cammarota che indica in 1,5 euro il costo dell’acqua quale bene primario, la società specifica che ” Giova precisare che tale clausola è inserita in una delibera che rientra nel prossimo capitolato. A noi, che siamo in regime di proroga in attesa del nuovo bando, non è arrivata nessuna comunicazione scritta”
Punti ristoro all’Arechi, la precisazione
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