Due decessi in pochi giorni, molto simili tra di loro per dinamica e per le cause di morte: prima Adrienne, poi un ragazzo di 29 anni, entrambi uccisi dall’elica dell’imbarcazione. Bisogna imporre uno alt immediato a questo andazzo, è necessario fermare questo infernale ritornello del “finchè la barca va, lasciala andare”, perché la gente di mare lo sa bene, ma in fondo l’antifona l’hanno capita anche in cima ai monti, mettersi a bordo di un’imbarcazione e avventurarsi in mare aperto non è per tutti. Insomma, non è per chi non ha perizia certificata da anni di pratica e soprattutto da uno straccio di patentino. Quel patentino che si sta valutando di prevedere finanche per la guida del monopattino. Per il monopattino si e per un natante no: stiamo scherzando? Se si, si sta scherzando sulla pelle delle persone. Non si può morire per una leggerezza del genere. Non basta essere esperti nella guida di una motocicletta tanto da mettersi a bordo di un acqua scooter: sono due cose diverse. Non basta essere dei draghi al volante di una macchina o di un Tir tanto da mettersi al timone di un’imbarcazione. Una cosa è la strada, un’altra cosa è il mare. Tutt’altra cosa, è il mare.
Basta tragedie in mare: urgono misure
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