Cilento, moria di pesci sulle spiagge: indagine dell’IZSM

Redazione

Moria di pesci sulle coste di Cilento, Piana del Sele e Golfo di Policastro. Dopo l’allarmismo dilagato sui social network, a seguito della pubblicazione di numerosi video da parte di turisti e bagnanti preoccupati, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno ha avviato un’indagine specifica sul fenomeno, in stretta collaborazione con autorità locali, associazioni ambientaliste ed istituzioni scientifiche per monitorare attentamente la situazione e adottare le misure necessarie per proteggere l’ecosistema marino e la salute pubblica. Le prime analisi dei campioni, prelevati nelle aree più colpite, hanno evidenziato che la presenza di pesci morti e moribondi, appartenenti alla specie Alaccia, è da attribuire ad un’infezione da parassiti in corso d’identificazione ma non trasmissibile all’uomo, in passato già ampiamente riscontrata in sardinelle pescate in Paesi che affacciano sul Mediterraneo. Secondo gli esperti dell’Istituto campano, sulle cause della diffusione dell’infezione potrebbe aver giocato un ruolo rilevante la stagionalità: diversi studi, infatti, identificano la temperatura tra i fattori scatenanti l’infezione, ma non sono da escludere fattori legati all’ecobiologia. “La mortalità dei soggetti è diffusa da Eboli a Sapri ma non è quantificata – aggiunge Esterina De Carlo, direttore sanitario dell’Izsm Campania e Calabria – la diagnosi è stata effettuata presso i laboratori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno con il coordinamento dell’Uos Ittiopatologia. Gli esami anatomoptaolgici, microbiologici e biomolecolari hanno portato alla diagnosi di microsporidiosi. Questo fenomeno, unitamente alle colorazioni anomale dell’acqua da proliferazione di fitoplancton confermano la stretta connessione tra ambiente e salute degli animali, che appare così sempre più evidente anche agli occhi dei non addetti ai lavori”. Secondo Antonio Limone, direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno “è importante mantenere una ‘rete di epidemiosorveglianza, per garantire anche rispetto a fenomeni come questi la consapevolezza scientifica di ciò che accade. Il merito di questa collaborazione va equamente suddiviso tra le nostre attività diagnostiche dell’Istituto e l’importante presenza sul territorio dell’ Asl di Salerno che ha contribuito alla diagnosi relativa a questa moria di pesci”.

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