Subito dopo l’arresto fu l’unico a raccontare che la situazione in casa era diventata insostenibile riferendo anche che il padre era manesco. Pienamente capace di intendere e volere, partecipò attivamente al delitto. Anche per queste ragioni andrà a processo già il prossimo mese, il 17enne che con la mamma ed il fratello, uccise il padre, Ciro Palmieri, a Giffoni Valle Piana. Il gip del Tribunale per i minorenni di Salerno, Giuseppina Alfinito, ha negato la messa alla prova al minore. L’omicidio avvenne il 29 luglio nell’appartamento dove la famiglia viveva. Il 17enne, la mamma Monica Milite ed il fratello Massimiliano Palmieri, per i quali è già in corso davanti la Corte di assise di Salerno, uccisero il capofamiglia con diverse coltellate al culmine di una lite iniziata tra i coniugi, poi fecero a pezzi il corpo e lo nascosero in un bosco vicino casa. Dopo l’omicidio, ripreso dalle telecamere a circuito chiuso della villetta, la donna denunciò la scomparsa del marito. Solo dopo un mese, messi sotto torchio dai carabinieri della stazione di Giffoni Valle Piana, confessarono il fatto, indicando anche il posto nel quale erano stati dispersi i resti. I tre indagati sostennero che Ciro era un violento e che, da anni, ne subivano abusi e vessazioni.
Delitto Giffoni, processo per il 17enne
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