La Salernitana incassa la seconda sconfitta di fila. Non solo il Torino rifila tre reti alla squadra di Sousa ma, com’era già accaduto a Lecce, l’attacco dei granata non riesce a concretizzare le occasioni create.
Solo questione di episodi sfavorevoli, come il gol del vantaggio siglato da Buongiorno sugli sviluppi di un assist involontario di Lovato, il rigore non concesso a Cabral sullo 0-1 o il palo colpito dall’esterno portoghese poco prima dell’intervallo? Assolutamente no.
Nel mezzo di una gara pesantemente condizionata dalle assenze contemporanee di Dia e Coulibaly, i due giocatori più rappresentativi del team dell’ippocampo, ci sono anche le scelte del tecnico portoghese. All’inizio il tecnico lusitano in attacco insiste su Botheim, il norvegese si sbatte più delle precedenti occasioni, ma non punge nemmeno contro i piemontesi. Nella ripresa, pur avendo ancora molto da imparare e lavorare, le cose migliorano con Ikwuemesi. Poi ci sono i continui cambi di ruolo chiesti ai giocatori: Cabral parte sottopunta, si sposta sull’out mancino ad inizio ripresa, poi va in mezzo al campo e, come Candreva, finisce per perdere i riferimenti, pur confermandosi tra i più positivi.
L’assetto arrembante della ripresa, che costa un terzo gol giunto al termine di un’azione in ripartenza da manuale, finalizzata da Radonjic con la complicità di un Ochoa non esente da colpe, produce un sussulto d’orgoglio, ma anche tanta confusione.
La sensazione è che la sosta (e i tanti giorni liberi concessi la scorsa settimana alla truppa) non abbiano giovato a Sousa ed al suo staff. Ora, in pochi giorni, va trovato il modo di sistemare un po’ di cose, perché la partita di venerdì pomeriggio col Frosinone non va toppata.
Il Torino ne fa tre, la Salernitana deve ritrovarsi
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