Accusa un malore improvviso e si fa accompagnare dal marito all’Ospedale di Scafati. Ma allo “Scarlato” il pronto soccorso è chiuso da mesi per lavori. Lui prova a rianimarla con la forza della disperazione, praticandole un massaggio cardiaco, mentre resta in attesa di un’ambulanza che giunge dinanzi al nosocomio scafatese dopo mezzora. Troppo tardi, la donna, una 59enne del posto, era già morta. Se questo è il livello della sanità, allora chiudiamo tutto e affidiamoci alla Divina Provvidenza, perché questa, purtroppo, è solo l’ultima tragedia di un elenco già lungo. Punti di Pronto soccorso chiusi, sovraffollati di pazienti in attesa per ore ma senza medici specializzati ed esperti, corsie piene di volenterosi tirocinanti. Le piante organiche sono rinsecchite, ridotte all’osso dalla siccità causata da un Governo Centrale che da orbo è diventato cieco, che non vede le reali esigenze della gente, che taglia le risorse destinate alla salute pubblica manco fosse qualcosa di marginale, assolutamente non prioritario. Battibecchi e polemiche tra istituzioni del territorio sono litigi in famiglia, del tutto inutili. E’ giunta l’ora in cui il nucleo familiare, coeso, tra Amministrazioni regionali, comunali, provinciali, compresi i liberi cittadini dovrebbe una volta per tutte compattarsi e alzare la voce affinchè si senta fino a Roma. Certi “tagli” sono pericolosi: o uccidono o lasciano ferite insanabili.
Scafati, il Pronto Soccorso è chiuso: muore 59enne
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