Chiacchiere da bar, con due grandi temi portanti. La crisi della Salernitana con l’inevitabile “Inzaghi si, Inzaghi no” e Luci d’Artista. Ciò a testimonianza del fatto che l’una e l’altro, la Salernitana e l’evento natalizio, costituiscono decisamente patrimonio della città. Limitandoci a mettere sulla bilancia i pro e i contro della kermesse – che richiama turisti e ricama file interminabili di vetture lungo le strade nei week-end – è chiaro che a pesare di più siano i benefici per Salerno, città turistica “fuori stagione” ormai famosa in tutto il mondo per le emozionanti Luci, anche se ci sono anche quelli che si soffermano su altre luci, quelle rosse degli stop delle automobili in coda. Il traffico è sempre maledetto e il “male” non è mai necessario, checchè ne dica il Sindaco Napoli, ma in questo caso si può ben dire che è sopportabile, fino a quando la città è viva, colorata, pulsante, come non accade altrove tra ottobre e gennaio. Certo, qualche area di parcheggio in più non guasterebbe, così come sarebbe utile, come dice il primo cittadino, un utilizzo più massiccio della Metropolitana. A lamentarsi, anche alcuni commercianti che affermano di non trovare alcun giovamento – dal punto di vista degli incassi -, bollando quale “fagottaro” il flusso turistico, ovvero contestando il fatto che trattasi di turismo mordi e fuggi che poco o nulla sposta dal punto di vista economico. Non è proprio così, visto che alberghi, bed&breakfast e ristoranti sono pieni. Qualche motivo ci sarà, anzi c’è: tutti vogliono vedere le Luci a Salerno, da ogni parte della regione e non solo. Polemiche, infine, anche per il Capodanno: spesa folle, dice qualcuno, con quei soldi di concerti in Piazza se ne fanno 4 o 5. Sarà, ma se Parigi val bene una messa, Salerno val bene una mossa, strategica naturalmente: c’era da riempire Piazza della Libertà e i Pooh ne sono capaci.
“Luci” ed ombre: chi si lamenta e chi gode
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