Una vergogna senza fine. Vincono sempre e solo loro, i 1600 tifosi che raggiungono Milano di venerdì sera, le luci di San Siro mettono in evidenza esclusivamente i supporters granata che cantano e sventolano i loro bandieroni anche sul 4-0 per l’Inter, fornendo l’ennesima commovente dimostrazione di amore incondizionato. Loro, i tifosi, non hanno paura di niente, nemmeno della retrocessione, d’altronde nella storia del team dell’ippocampo ci sono tanti anni di Serie B e Serie C.
La paura, invece, attanaglia i calciatori al cospetto della capolista e l’approccio feroce dei neroazzurri, che si presentano in campo con l’undici tipo, senza turnover, fa sì che la partita sia finita già dopo 20 minuti. Sotto di due gol, Liverani, che conferma il modulo con cui la Salernitana ha fatto fatica sia con Sousa che con Inzaghi, perde Boateng e dà vita all’esperimento Maggiore centrale difensivo. Ne deriva che nel solo primo tempo l’Inter, che triplica le marcature prima dell’intervallo, calci 16 volte in porta e mantenga il possesso palla per l’80 per cento del tempo. La Salernitana? Non pervenuta. La musica non cambia nella ripresa. Il team dell’ippocampo calcia verso la porta di Sommer per la prima volta al 58esimo, ma la punizione di Candreva è tutt’altro che indimenticabile. Le lagnanze di Coulibaly e Dia al momento delle sostituzioni completano il quadro di una squadra sull’orlo di una crisi di nervi, che dà la sensazione di aver tirato i remi in barca, a dispetto della scelta di Sabatini di dare una scossa ingaggiando il terzo allenatore stagionale ed operando con decisione sul mercato. Nel finale l’Inter cala pure il poker. E la figuraccia, l’ennesima, è servita.
Da sabato inizia un ciclo di 5 gare che forniranno un quadro più chiaro riguardo alle reali possibilità della Salernitana di alimentare il 3,5% di chance di salvezza, che dopo ieri forse si è ridotto ulteriormente.
Poker Inter. Salernitana, una vergogna senza fine
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