Dopo l'annuncio dell'azienda di non voler produrre più fibra ottica nel sito di Battipaglia

Prysmian Fos, un presidio per continuare a sperare

Il MIMIT ha chiesto all'azienda tre settimane di tempo per vagliare l'interesse di altri soggetti industriali interessati
Francesca Salemme

Giovedì scorso al ministero delle Imprese e del Made in Italy si è tenuto il tavolo di crisi sulla situazione della F.O.S. del gruppo Prysmian, che ha manifestato l’intenzione di non produrre più fibra ottica nel sito di Battipaglia. All’esito dell’incontro – presieduto dal ministro Urso insieme al sottosegretario Bergamotto, presenti i vertici dell’azienda, il presidente della Regione Campania,  De Luca, e i rappresentanti sindacali del sito produttivo, gli operai hanno allestito un presidio davanti ai cancelli dello stabilimento.

L’impianto di Battipaglia è parte significativa di una storia tecnologica avanzata italiana, capace di competere a livello globale. Uno stabilimento che si è trovato in una condizione di crisi perché esposta alla concorrenza sleale extra europea, anche a causa delle condizioni normative che in Italia non erano considerate favorevoli da Prysmian a differenza di quelle in Usa e in Francia, dove i Paesi si sono concentrati a tutelare il mercato interno ed europeo.

A fronte di questo quadro Mimit e governo sono subito intervenuti con un decreto legge, nel dicembre 2022, prevedendo una norma che affidava ad Agcom la definizione di criteri di qualità per la realizzazione della fibra ottica. Agcom solo il 7 febbraio di quest’anno, quindi dopo 14 mesi, ha inviato al ministero uno schema di standard tecnico per la realizzazione di cavi in fibra ottica. L’azienda nel frattempo ha comunicato volontà di sospendere la produzione”.

“A fronte dell’indisponibilità del gruppo a proseguire la produzione nel sito di Battipaglia – si legge nel comunicato del ministero – il Mimit si era già attivato per monitorare l’eventuale interesse di altri soggetti industriali interessati a subentrare a Prysmian. Al momento sono attive tre interlocuzioni per il rilancio del sito, due realtà straniere e una nazionale. A conclusione di un’ampia discussione, il sottosegretario Bergamotto ha chiesto all’azienda tre settimane di tempo per portare avanti delle verifiche approfondite in tal senso. La società si è detta disponibile ad attendere prima di avviare la procedura di chiusura e conferma l’impegno ad agevolare l’ingresso nel sito di un nuovo soggetto a condizioni e termini di favore”.

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