“Che ci hai combinato?”. E’ la struggente, ricorrente domanda tra centinaia di commenti sui profili social di Dylan Maratea. C’è chi vorrebbe ridestarsi dall’incubo e ritrovarlo lì, in via Italia, come sempre. Per ridere, scherzare, per parlare dei suoi progetti musicali. Ma Dylan non c’è, la sua salma è ancora sotto sequestro e presto verrà liberata per il rito funebre. Il suo amico, che era a bordo dello scooter con lui, se la caverà – trenta giorni di prognosi, come diagnosticato all’ospedale di Eboli – poi anche per lui sarà tempo di elaborare il lutto, di sanare le ferite nell’anima. Nella ricostruzione fatta dagli agenti della Polizia Municipale di Battipaglia, che si sono avvalsi delle immagini dell’impianto di videosorveglianza, la dinamica del sinistro che, a quanto pare, non è stato improvviso. Dylan avrebbe sfiorato e toccato lo spartitraffico più volte, prima dello schianto fatale, contro un palo dell’illuminazione pubblica, il che porta a pensare che possa essere stato colto da malore mentre era alla guida del mezzo. La famiglia del 24enne è a pezzi, così come parenti, gli amici di sempre, quelli che ora lo aspettano in chiesa per dirgli per l’ultima volta “ciao”.
Morte Maratea a Battipaglia, ricostruita dinamica incidente
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