«Per ora abbiamo depositato in Procura una denuncia contro ignoti per capire se ci sono delle responsabilità mediche». A parlare è l’avvocato Fiorenzo Pierro, legale della 35enne di Giffoni Valle Piana ricoverata al Ruggi di Salerno che mercoledi mattina ha perso il bambino dopo una prima induzione al parto. «Attendiamo per i prossimi giorni l’esame autoptico con il relativo sequesto della cartella clinica» spiega l’avvocato «Solo dopo si capirà se qualcosa non è stato fatto come previsto dalle linee guida sanitarie». La 35enne, ricoverata a 41 settimane ed 1 giorno di gravidanza, era stata sottoposta, senze esito, ad una preinduzione. Monitorata nelle successive 24ore, era poi stata sottoposta a tracciato alle 22 del martedì. «Tutto era nella norma» ha chiarito la scorsa settimana il premiario del reparto di ginecologia dottor Giuseppe Laurelli, ma quando il giorno successivo è stata sottoposta ad un altro tracciato in vista della seconda induzione, il bambino era morto. Cosa è successo in quelle ore al bambino e soprattutto come è stata monitorata la donna, è quanto pretende di sapere la famiglia. «Non puntiamo il dito contro nessuno» chiarisce l’avvocato Pierro «ma pretendiamo di sapere se sia stato fatto quanto previsto dalle linee guida sanitarie». Aspetti che, si spera potrà chiarire l’esame autoptico. Un primo esame è gia stato fatto, dopo l’indagine interna avviata dai vertici dell’Azienda Ospedaliera.
Neonato morto al Ruggi, la famiglia in attesa della verità
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