In quindici sono finiti nei guai per traffico internazionale di droga: nove in carcere, tre ai domiciliari e per uno di loro è scattato l’obbligo di dimora. Due, invece, sfuggiti alla cattura. L’ordinanza è stata eseguita oggi al termine di un’articolata indagine coordinata dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Salerno. L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata al traffico, anche transnazionale, di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina e marijuana, furto, ricettazione e minaccia. I reati sono tutti aggravati dalle condizioni dell’art. 416 bis 1 del codice penale. Secondo l’accusa, sulla base dell’attività investigativa dei Carabinieri della Sezione Anticrimine di Salerno del R.O.S. il sodalizio criminale, in prevalenza composto da campani, aveva rapporti con le cosche della ‘ndrangheta legate agli Alvaro di Sinopoli (RC). Ruolo centrale, secondo l’ipotesi condivisa dal Gip, lo avrebbe Carmine Ferrara, ritenuto intermediario tra i narcotrafficanti stranieri e le organizzazioni all’opera sul territorio nazionale. Attraverso le indagini è emerso che il Porto di Salerno rappresentava l’hub nazionale per l’importazione di droga dal Sudamerica: i Carabinieri del R.O.S. assieme alla Guardia di Finanza avevano rinvenuto nel marzo dello scorso anno 220 chilogrammi di cocaina, nascosti in un container proveniente dall’Ecuador, imbarcato su una motonave battente bandiera libanese. Le operazioni, secondo l’accusa, sarebbero state coordinate da Franco Volpe e Cataldo Esposito assieme ad altri indagati attualmente irreperibili. Lo stupefacente sarebbe stato destinato ai calabresi Nicola e Francesco Alvaro, finanziatori dell’importazione e acquirenti della cocaina, rappresentati nel salernitano per l’intermediazione con Ferrara ed il suo collaboratore Salvatore Rocco, dal calabrese Fortunato Marafioti e del napoletano Errico D’Ambrosio. E’ sempre in tale contesto investigativo che nel mese di aprile del 2023, è stato intercettato e sequestrato un carico di una tonnellata di marijuana, nascosto in un container partito dallo scalo canadese di Montreal arrivato a Salerno tramite un’azienda di import-export di Poggiomarino. Dalle indagini, è inoltre emerso un altro filone che portato alla pista dei furti commessi in diverse zone del Cilento. In questo caso, a fornire informazioni ed individuare gli obiettivi sarebbe stato Franco Volpe, domiciliato in quell’area, e ritenuto complice di un gruppo proveniente dalla Puglia.
Sgomitata organizzazione campana che collaborava con le cosche della 'ndrangheta
Traffico internazionale di droga: in quindici nei guai
Al centro delle operazioni il Porto di Salerno, attraverso cui transitava la merce
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