Una media di 705 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia lineare, quasi la metà (il 40,2%) sono 5 tipologie di oggetti (mozziconi, pezzi di plastica, tappi e coperchi in plastica, materiali da costruzione e demolizione e stoviglie usa e getta in plastica).
È questo uno dei risultati del monitoraggio 2024 fatto da Legambiente su 33 spiagge di 12 regioni della Penisola, per un totale di 179.000 metri quadri monitorati e dove sono stati raccolti e catalogati 23.259 rifiuti.
“Preoccupa – sottolinea il Rapporto Beach Litter – il dato specifico sui prodotti in plastica monouso banditi dalla direttiva europea Single Use Plastics (Sup), in vigore in Italia dal 14 gennaio 2022, e che insieme alle reti e attrezzi da pesca e acquacoltura, rappresentano ancora il 56,3% del totale dei rifiuti monitorati nel 2024, con un andamento dal 2014 ad oggi che non sembra mostrare segni di riduzione importanti, rappresentando mediamente circa il 50% dei rifiuti ritrovati, secondo i dati raccolti dai nostri volontari.
All’argomento è dedicata dal 10 al 12 maggio la campagna di Legambiente per il monitoraggio e alla pulizia dei rifiuti abbandonati su spiagge e arenili, “Spiagge e Fondali Puliti 2024” per sensibilizzare le persone sul problema della dispersione dei rifiuti in mare e lungo le coste (marine litter) e sul corretto smaltimento dei rifiuti. “Spiagge Pulite? Pinzaci tu!” è lo slogan dell’edizione 2024.
“101 cicche su 100 metri”
Ai primi cinque posti della classifica delle tipologie di rifiuti raccolti figurano in testa i mozziconi di sigaretta, 3.338 quelli raccolti (14,4% rispetto al totale), per una media di 101 cicche su 100 metri di spiaggia. A seguire 2.195 (9,4%) oggetti e frammenti di plastica di grandezza tra i 2,5 e i 50 cm, 1.566 (6,7%) di tappi e coperchi. Al quarto posto i materiali da costruzione con il 5,5% e al quinto le stoviglie usa e getta in plastica (4,2%).
La plastica resta la più diffusa sulle spiagge
Il podio dei materiali più diffusi sulle spiagge monitorate resta sempre la plastica con il 79,7% degli oggetti rinvenuti; seguono il vetro/ceramica con il 6,6%, il metallo presente per il 4,5% e carta/cartone con il 2,9%.
4.589 tra gli elementi rinvenuti sulle spiagge monitorate che appartengono al gruppo delle reti e attrezzi da pesca e acquacoltura in plastica abbandonati, conquistando così il primo posto di questo specifico materiale.
“L’analisi dell’andamento dei prodotti messi al bando dalla direttiva europea sulla plastica monouso, effettuata dal 2014 ad oggi, ci rivela come l’incidenza di questa tipologia di rifiuti abbia oscillato da un minimo di 38,6% nel 2023 a un massimo di 56,3% nel 2024”, spiega Elisa Scocchera dell’ufficio scientifico di Legambiente: “Rispetto quindi alla tendenza seguita prima dell’entrata in vigore della Single Use Plastics, nelle tre campagne di monitoraggio successive avvenute nel triennio 2022/23/24, non si nota una significativa riduzione in termini percentuali”.