All’interno della sacrestia del Duomo di Salerno, un cancello consente l’accesso alla Cappella del Tesoro di San Matteo, in origine detta anche delle Reliquie o Reliquiario perché il termine tesoro è riferito non tanto ai preziosi – le statue d’argento, le coppe, i calici, gli ostensori – quanto ai resti dei santi qui conservati: gli argenti che custodiscono le reliquie dei Santi, come il Braccio di San Matteo, realizzato nel 1330, che viene portato in processione; il reliquiario della Beata Vergine, che contiene un capello della Madonna; la mano d’argento di Sant’Anastasia del 1408 donata dalla Regina Margherita di Durazzo; il dito di Santa Caterina d’Alessandria inserito in una coppa cavalleresca di cristallo di rocca e argento con le anse a forma di drago… E ancora: nel locale sono custodite le cinque statue d’argento che sono portate in processione il 21 Settembre (la statua lignea raffigurante San Giuseppe non è custodita in Cattedrale). Lungo il perimetro della cappella sono presenti, inoltre, armadi murali di cui il più grande è quello posizionato lì dove era inizialmente presente un’abside centrale.
Come la sacrestia, fu realizzata nella seconda metà del Cinquecento, e la cornice del pavimento è ancora originale. Nel 1730 quando è stata restaurata dal pittore beneventano Filippo Pennino, che ha affrescato la volta raffigurante il “Paradiso Salernitano” dove sono rappresentati tutti i santi legati alla città di Salerno. Si parte ovviamente da San Matteo e i tre Martiri posti uno accanto all’altro, per passare a Santa Lucia, Santa Caterina, San Giovanni e le Sante Tecla, Susanna e Archelaide. Al centro della preziosa opera ritroviamo la SS. Trinità con Cristo, la Colomba dello Spirito Santo e l’Eterno, mentre non lontane appaiono ancora San Michele Arcangelo e l’Immacolata.