Ventidue anni li avrebbe compiuti a luglio, Alessandro Panariello, di Poggiomarino, travolto e schiacciato da una lastra in acciaio che stava sollevando con una carrucola mentre lavorava su di un ponteggio del cantiere allestito in via Pietro Melchiade, a Scafati, dove sono in corso da qualche settimana i lavori di ristrutturazione di un condominio. Alessandro, operaio in prova (e per questo non ancora contrattualizzato) dell’impresa edile responsabile del cantiere, è la terza vittima sul lavoro in provincia di Salerno dall’inizio dell’anno. Nessun dubbio sulla dinamica dell’incidente, nessuna possibilità per lui quando la lastra si è sganciata, travolgendolo in pieno e tagliandogli la gola: è finito a terra sanguinante ed è morto in pochi istanti, intorno alle 13.
La notizia dell’incidente, però, nella casa di via Piano del Principe, al confine tra Poggiomarino e Terzigno è arrivata solo nel pomeriggio, quando i carabinieri della locale stazione sono andati ad avvisare la madre e la fidanzata diciannovenne. Rabbia, disperazione, poi una corsa a Scafati, poi da lì a Napoli, dove la salma del giovane era stata trasferita per l’esame autoptico. A dedicare un pensiero al giovane sono stati tanti, dal sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti a quello di Poggiomarino, Maurizio Falanga, al mondo dei sindacati e della politica: «C’è dolore e rabbia – afferma il segretario generale Cgil Antonio Apadula – una morte che arriva con la complicità di quanti tacciono davanti all’assenza di regole precise. Lo Stato ci dica se c’è e da che parte sta». Mentre Gigi Vicinanza, della Cisal sottolinea che «ogni incidente è una sconfitta per tutta la società», la segretaria generale della Feneal Uil di Salerno, Patrizia Spinelli, suggerisce di risvegliare «le coscienze di chi è preposto a vigilare nei luoghi di lavoro, quindi tutte le figure che sono individuate dal Testo unico sulla sicurezza. Ognuno deve fare la propria parte» e Paolo Capone, leader Ugl, di «inasprire le sanzioni per tutti coloro che non rispettano o non fanno rispettare le norme di sicurezza pensate per tutelare il diritto al lavoro che deve anche essere diritto alla vita».