Il comparto genera l’11% del PIL prevalentemente nella bilancia dell’export

Animp, Salerno capitale dell’impiantistica industriale

Obiettivo del Convegno è analizzare la situazione e il posizionamento dell’industria italiana negli attuali scenari geopolitici e di mercato
Francesca Salemme

L’impiantistica industriale italiana genera l’11% del PIL prevalentemente nella bilancia dell’export, contribuendo a sostanziare il made in Italy anche in un settore strategico di player internazionali con la realizzazione di impianti praticamente in tutti i continenti.

I nuovi equilibri emersi dalle urne del Vecchio Continente e in via di composizione in queste settimane al centro della prima giornata della due-giorni ANIMP a Salerno su indipendenza energetica tra nuovi scenari geopolitici e strumenti per le imprese. Saranno infatti i nuovi organi comunitari, Parlamento, Commissione e Consiglio Europeo, a orientare le scelte strategiche dei prossimi anni per contemperare l’impulso necessario all’innovazione con il mantenimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 e dell’impegno dell’Ue a conseguire la neutralità climatica entro il 2050 riducendo le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 % entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

“Il mondo – sottolinea Marco Villa, Presidente ANIMP – ci chiede meno emissioni. Ma non può fare a meno di energia, anzi. La sfida che il mondo dell’impiantistica industriale, con la politica, le aziende, la ricerca e la finanza deve affrontare in un mondo sempre più ipercomplesso è: più energia e meno emissioni.”

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