Sono disposto a dare la mano anche al diavolo, basta che la premier Meloni firmi l’accordo e sblocchi di fondi di coesione che ci servono per lavorare”. Vincenzo De Luca, a margine della presentazione di Porta Nolana, tende la mano al governo e apre sl dialogo ma con riserve.
“Farò finta di non aver subito un’offesa istituzionale, pubblica (quando lo scorso 16 febbraio non è stato ricevuto da nessuno del governo a Roma), non chiederò neanche le scuse per l’unico insulto vero, pubblico che mi è stato fatto. Sono pronto ad abbracciare tutti anche se in privato darò altre valutazioni “. De Luca ribadisce il suo no ma propone tre emendamenti.
“Agli amici del nord che dicono che non vogliono danneggiare il Sud, se vogliamo essere intellettualmente onesti, dico, approviamo tre emendamenti. Il primo, per sanità e scuola pubblica, tutti i cittadini d’Italia, dal Piemonte alla Sicilia, devono avere le stesse risorse. Il secondo emendamento, stabiliamo che il numero di medici e infermieri sia uguale in tutte le regioni d’Italia, a seconda degli abitanti. Infine, divieto da parte di tutte le regioni, in particolare del Nord, di fare contratti integrativi regionali. E’ chiaro infatti che, se con autonomia differenziata le regioni possono stipulare contratti integrativi che raddoppiano o triplicano i compensi di medici e infermieri, si decreterà la morte della sanità pubblica al Sud, avremo un fiume di giovani che andrà via. Solo se approvano questi tre emendamenti, diremo sì all’autonomia”. Infine, sul caso Schmidt a Capodimonte: “Va via, si candida, torna, un’offesa grave alla città. Lascia il cappello ad occupare il suo posto? Non gli faremo trovare nemmeno la sedia”.