Versati, dopo una transazione, 1.700mila euro dal comune alla Russo Costruzioni Box

Salerno non è una città per parcheggi interrati

Si chiude così la vertenza per i box pertinenziali in corso Garibaldi, tra via Cilento e la piazzetta antistante la Chiesa di San Pietro in Camerellis
Francesca Salemme

Dopo lo stop al cantiere per i box interrati in piazza Cavour, il Comune di Salerno chiude anche la vertenza per la mancata realizzazione di box pertinenziali in corso Garibaldi, tra via Cilento e la piazzetta davanti alla Chiesa di San Pietro in Camerellis.

L’accordo prevede il versamento di 1 milione 700mila euro alla società che aveva vinto la gara d’appalto, la Russo Costruzioni Box – società in liquidazione giudiziaria dell’ex presidente dell’Ance, il compianto Vincenzo Russo – che rinuncia ai maggiori costi sostenuti, agli interessi sulle somme, ad ogni pretesa di natura risarcitoria e alla titolarità del progetto.

Finisce così il contenzioso tra l’Amministrazione Napoli, e la società di costruzioni che, dopo aver vinto la gara nel 2014 con una progetto da realizzarsi su 2.517 metri quadri, nel 2016 aveva versato al Comune 1,5 milioni di euro. Il progetto era stato approvato dalla Giunta comunale nel 2019, mentre risale al 2021 la conclusione, con esito favorevole, della conferenza di servizi volta all’approvazione del progetto definitivo.

La lite, invece, ha preso il via con la richiesta, fatta al Consiglio comunale, dell’approvazione di uno schema di convenzione integrativa della Giunta. Un passaggio contestato dalla ditta che ha fatto ricorso al Tar che ha accolto la domanda condannando il Comune.

La rottura definitiva è arrivata, però, quando il Consiglio Comunale, avendo rilevato una differenza di estensione tra il progetto del 2022 e quella indicata nel 2014, precisò che l’intervento avrebbe dovuto essere circoscritto ai 2.200 metri quadri previsti nel bando, anziché sui 2.517 metri quadri previsti nella convenzione.

Da lì, un nuovo ricorso al Tar e un’azione civile, per ottenere la declaratoria di risoluzione della convenzione per inadempimento del concedente, la restituzione delle somme versate, il ristoro delle spese sostenute e il risarcimento dei danni, per complessivi 3,6 milioni euro. Somma più che dimezzata nell’accordo sottoscritto adesso.

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