Il gioco dei quattro cantoni, ma siccome si parla di salute, c’è poco da giocare. Meglio parlare, allora, dei sepolcri da un ospedale all’altro che i cittadini sono costretti a fare nella speranza di trovare accoglienza e cure adeguate. Lo scorso 20 agosto, una signora a causa di un trauma ha riportato la lussazione di una spalla, per cui si è recata alle 17 presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Vallo della Lucania, dove non ha trovato l’ortopedico, nè quello del turno pomeridiano, tanto meno il reperibile di turno. Tutto questo, in un DEA di primo livello, dove l’ortopedico è possibile trovarlo fino e non oltre le ore 14. Era quasi mezzanotte quando la paziente – dopo aver inutilmente bussato alle porte del nosocomio di Eboli – giungeva al Santa Maria della Speranza di Battipaglia, dove l’ortopedico reperibile, con grande abnegazione e professionalità, ha provveduto alla riduzione della lussazione. Stessa situazione si è verificata nel caso di un bimbo di 2 anni di Oliveto Citra che per un trauma alla mano è stato portato al Pronto Soccorso dell’ospedale locale, ma per l’assenza del radiologo e per l’impossibilità di effettuare raggi in teleradiologia per problemi burocratici legati alla minore età del paziente, è stato inviato al nosocomio battipagliese dove ha ricevuto le prime cure del caso ed è stato sottoposto ad accertamenti in teleradiologia. Piccola nota a margine: fatti i doverosi complimenti al personale medico dell’ospedale di Battipaglia, che riesce a colmare lacune altrui, ci chiediamo se è possibile che un cittadino debba vagabondare in giro per la provincia in cerca di un medico in grado di prestargli le cure.
Storie di cittadini che trovano "porte chiuse" altrove per poi approdare al "S.Maria della Speranza"
Sanità, l’Ospedale di Battipaglia è l’ultimo baluardo
Assenza di medici specialisti, problemi burocratici ed ecco che iniziano "i sepolcri"...
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