«L’autonomia differenziata, posta nella riforma del titolo quinto della Costituzione, introdotta nel 2001, per anni è rimasta disattesa e questo governo, proseguendo il lavoro iniziato dai governi precedenti, ha inteso rilanciare. L’autonomia differenziata prevede nell’impianto attuale una contrattazione tra le Regioni e il governo per la delega di una potestà legislativa esclusiva in una serie di materie rilevantissime, che sono elencate nell’articolo 117 della Costituzione. Molte impattano anche la politica industriale». Lo ha detto Antonio Visconti, presidente Ficei e Consorzio Asi di Salerno in apertura dell’evento “Sud Nord Invest” In corso alla Stazione Marittima di Salerno.
«L’Italia è una parte importante dell’Europa, ma l’immagine di andare a frazionare il Paese in particelle non convince, immaginiamo cosa succederà se accadesse questo. State certi che poi, una volta entrata in vigore l’autonomia differenziata e frazionato il Paese in settori regionali, nel loro interno ci saranno le province più ricche e le province più povere. Cominceranno a dire: ma perché i soldi devono rimanere solo nella regione? Dobbiamo ritornare alle province perché certe province hanno prodotto di più di altre» rileva invece Andrea Prete, presidente di Unioncamere che aggiunge: «il tema mi è sembrato, lo dico serenamente, una cambiale da pagare per il governo».