I monumenti impacchettati erano il segno distintivo dell’artista bulgaro Christo che nel corso della sua carriera ha impacchettato scenari naturali e celebri edifici pubblici (un grattacielo di Manhattan, Porta Pinciana a Roma, il Reichstag di Berlino, l’Arc de Triomphe di Parigi). Dall’estate 2022 sono stati impacchettati con del materiale plastico, di colore bianco, anche gli Archi del Diavolo, ovvero i resti dell’acquedotto medievale in pieno centro a Salerno che necessitava allora, e necessita anche oggi, di un significativo intervento di restauro e messa in sicurezza. In quasi due anni e mezzo, però attraverso quel materiale, che serve esclusivamente a trattenere i frammenti che ogni tanto cadono dalle campate, sono spuntati germogli e arbusti mentre sul fronte dell’intervento conservativo e restaurativo non si è mossa foglia. Stando alla quantificazione che venne fatta per l’Art bonus, per un intervento di messa in sicurezza incisivo servivano (e servono) oltre 600mila euro, fondi che il Comune non aveva e non ha e non sembra essere intenzionato a spendere nonostante gli Archi dell’acquedotto medievale siano considerati un simbolo identitario della storia della città (in una delle campagne elettorali Vincenzo De Luca, li scelse come simbolo di una delle sue liste). Non bastasse la mancanza di fondi, si aggiungono anche una serie di veti tra le varie istituzioni che, a vario titolo, dovrebbero occuparsi della riqualificazione del bene. Intanto la natura se ne frega della burocrazia e dimostra, una volta di più, che davanti all’insipienza degli uomini è lei ad avere l’ultima parola.
Attraverso quel materiale, che serve a trattenere i frammenti che ogni tanto cadono dalle campate, sono spuntati germogli e arbusti
Archi del diavolo, la natura “buca” la rete
Circa due anni e mezzo fa sono stati "impacchettati" con dei teli di plastica bianca per "contenere" la caduta di sassi e materiale
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