La Giunta comunale ha acconsentito alla procedura d’intitolazione della rotatoria del Parco Arbostella

Salerno ricorda Elisa Claps intitolandole una piazza

La decisione certifica lo stretto rapporto che lega il nostro capoluogo a quel femminicidio i cui processi sono stati celebrati in città
Francesca Salemme

A trentun’anni dalla sua morte, a 14 dal ritrovamento del suo corpo e a 10 anni dalla condanna in Cassazione del suo assassino, una strada della nostra città verrà intitolata ad Elisa Claps, la studentessa sedicenne sparita il 12 settembre 1993 nella chiesa della Santissima Trinità di Potenza. La Giunta comunale, infatti, ha acconsentito alla procedura d’intitolazione, accogliendo la richiesta specifica del fratello della donna, Gildo. La decisione dell’amministrazione Napoli certifica lo stretto rapporto che lega il nostro capoluogo a quel femminicidio: fu, infatti, nel vecchio tribunale di Salerno che si celebrarono i due gradi di giudizio del processo (il primo cominciò l’8 novembre 2011, il secondo il 20 marzo 2013).

Fu l’allora pm Rosa Volpe (appena nominata Procuratore generale presso il Tribunale di Salerno) a portare a sentenza di condanna – dopo il trasferimento dell’inchiesta da Potenza – l’assassino della donna, Danilo Restivo,  che si era rifugiato in Inghilterra, dove peraltro è in carcere per un altro omicidio, quello della sarta Heather Burnett. E salernitana era anche l’avvocato della famiglia Claps, Giuliana Scarpetta, scomparsa nel febbraio del 2018, che riuscì a far riaprire il caso chiedendo, all’indomani del ritrovamento del corpo (avvenuto 17 anni dopo la scomparsa, il 17 marzo 2010), di indagare anche sui depistaggi portati avanti nel corso dell’inchiesta.

L’area prescelta dall’amministrazione comunale è la rotatoria all’incrocio tra via Remo Tagliaferri, via Picenza, viale Richard Wagner, viale Verdi, via San Leonardo e via Parmenide che dunque si chiamerà Largo Claps in ricordo di «Una drammatica e triste vicenda – scrive la Giunta – consumatasi nel lontano 1993 e che va a rimpinguare il triste elenco di quello che oggi, comunemente, definiamo con il termine di femminicidio».

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