Avrebbero tentato di condizionare anche le elezioni amministrative a Pagani, forti del potere economico acquisito attraverso la cooperativa Pe.de.ma. Le accuse per le otto persone arrestate all’alba dai carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore sono pesanti: condizionamento elettorale mediante minaccia, falso ideologico, turbata libertà degli incanti, frode nele pubbliche forniture, corruzione e favoreggiamento personale. Reati aggravati dalla finalità di agevolare la realizzazione del programma criminale del clan Fezza-De Vivo, attivo sull’area di Pagani e zone limitrofe. Al centro dell’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e conclusa questa mattina vi è l’mprenditore Alfonso Marrazzo, già condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, consigliere comunale di Pagani per circa venti anni ed assessore all’ambiente fino all’anno 2016. Marrazzo, era presidente della cooperativa Pe.de.ma, utilizzata, ritiene l’acccusa «dal clan Fezza-DE Vivo, per infiltrarsi nel tessuto economico ed amministrativo della amministrazione di Pagani». In particolare, sostiene la Direzione Distrettuale Antimafia, Marrazzo, attraverso al Pe.de.ma era «riuscito ad ottenere, in maniera illegittima anche mediante un continuativo scambio di favori e prestazioni, appalti pubblici comunali quali la gestione del locale cimitero, oltre al servizio di spazzamento delle strade comunali, ed altri servizi pubblici asseritamente di somma urgenza, compreso quelli connessi alle emergenze causata dalla pandemia Covid19, soprattutto per quanto riguardava la sanificazione, quest’ultima eseguita in frode al capitolato d’appalto». In carcere sono finiti anche Claudio De Cola e Bonaventura Tramontano, all’epoca responsabile del Settore Ambiente del comune di Pagani. Arresti domiciliari, invece, per Aniello Giordano, alla guida della Sam, azienda speciale unica comunale; per Giuseppe Serritiello, al settore avvocatura del comune di Pagani; per Pietro Buonocore e Matteo De Feo. I fatti contestati agli indagati si riferiscono agli anni 2021-2023. Le indagini avrebbero evidenziato la volontà, da parte del clan Fezza-De Vivo di provare a condizionare le ultime elezioni amministrative del comune di Pagani, imponendo li voto in favore di propri candidati estranei alla coalizione poi risultata vincitrice delle elezioni, salvo poi tentare di instaurare rapporti con il governo guidato dal sindaco De Prisco.
L'inchiesta della Dda sul clan Fezza-De Vivo
Pagani, clan condizionava l’attività dell’amministrazione
Otto persone sono state arrestate dai carabinieri
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