Riecco Stefano Colantuono. La sua nuova avventura sulla panchina granata comincia con uno spirito diverso e con la possibilità da parte sua di incidere molto di più, rispetto al recente passato. Lo ha sottolineato lo stesso Colantuono stamani in conferenza stampa all’Arechi: «La Salernitana, lo scorso anno, era avviata ad un certo tipo di campionato ed ho dato una mano alla società, su richiesta. Ho un rapporto speciale con la società, sono qui da tanti anni, come a Bergamo. Mi sono messo a disposizione. Ora è tutto diverso, il campionato è da giocare, ci sono tutte le possibilità per ricominciare un discorso. Ora dobbiamo cambiare la classifica che non è rassicurante, conosco bene il campionato, l’ho anche vinto, e so che si decide tutto nella seconda parte. Bisogna ripartire subito perché la classifica rispecchia obiettivi diversi da quelli iniziali. Puoi partire per vincere e retrocedi, oppure vuoi fare un campionato normale e ti ritrovi in alto. I presupposti per fare bene ci sono e ho accettato con serenità, non mi sento un ripiego. Questa squadra può essere rimessa in corsa, rispettando il lavoro di Giovanni che saluto ed abbraccio, sono cose che capitano in questo lavoro. Prenderò spunti da ciò che ha fatto, cose anche valide. Cambieremo qualcosa, nel modo di vedere il calcio. Sul campo capiremo come giocare, devo capire la disponibilità della squadra. Un allenatore deve adattarsi al materiale a disposizione e i calciatori devono accettare le richieste. Il lavoro ci darà le risposte, come il campo». L’esperienza positiva vissuta assieme al Torino ha spinto il diesse Petrachi a puntare su Colantuono, anche perchè, a differenza altri, lui ha già avuto modo di conoscere questo gruppo e le caratteristiche dei giocatori in rosa. Poi, motiva la scelta di non aver già puntato su Colantuono a luglio: «La scorsa estate c’è stato un tsunami. Sono partito con alcune idee e visioni, volevo cambiare il più possibile. Quando è andato via Sottil, ho cercato di portare una ventata di novità, in merito ad una mia visione. Col tempo mi sono reso conto che il campionato di B è particolare, è più difficile salvarsi che in A. In cadetteria non c’è equilibrio. L’equilibrio può arrivare dal pragmatismo. Con Stefano a Torino c’era una situazione simile, vicini ai playout, facemmo un gran girone di ritorno, perdendo la finale playoff col Brescia. Si creò però una mentalità con tutti che facevano lo stesso tipo di calcio. Io vorrei ritrovare compattezza e cattiveria, attraverso le motivazioni di Stefano. L’ho trovato assolutamente motivato, sta bene fisicamente. Ha bisogno, per trasmettere concetti alla squadra, di muoversi e gesticolare. Noi abbiamo tutte le carte per svoltare e fare un campionato diverso».
Stamani la presentazione
Riecco Colantuono, conferenza stampa all’Arechi con Petrachi
Il tecnico si ritrova davanti una situazione diversa da quella dello scorso campionato: «Non mi sento un ripiego»
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