Il budget di 5/6 milioni è diventato di 5 milioni (ivi inclusi gli stipendi dei calciatori), i 5/6 rinforzi di spessore sono diventati 4 (in caso di uscite potrebbero essere di più), il mercato di rivoluzione è stato declassato a mercato di riparazione ancora prima di iniziare ad operare.
Eppure è evidente che la Salernitana non ha bisogno di calciatori presi tanto per farlo, ma di elementi in grado di garantire un cambio di passo ad una squadra che, fin qui, ha viaggiato alla media retrocessione di un punto a partita. Per scongiurare il rischio del doppio salto all’indietro serve insomma gente pronta, gente di gamba, gente di qualità, gente con gol nelle vene e, soprattutto, pronto uso, vista la quantità inenarrabile di infortuni a cui sono andati incontro i calciatori della rosa in questa prima parte di stagione.
Nei primi giorni di gennaio potrebbe arrivare a Salerno il mancino Di Chiara, che si giocherà con Njoh il posto sull’out di sinistra. L’ex Catanzaro è a Verona e col diesse degli scaligeri Sogliano bisognerà stabilire anche il futuro di Hrustic, Braaf e Kallon, che non hanno di certo entusiasmato fin qui. Alcuni esuberi del Parma e alcuni scontenti del Como (il nome più gradito sarebbe quello dell’ex Verdi) potrebbero fare al caso della Salernitana che, però, prima di tutto ha bisogno di un attaccante in grado di assicurare un buon bottino di reti. Difficilmente vedremo in granata Brunori o Lescano, che sembrano obiettivi fuori portata in termini di budget.
E’ vero che, per stessa ammissione del diesse, stavolta il mercato in entrata sarà indipendente rispetto alle uscite, ma alcune cessioni (come quella di Maggiore al Venezia) potrebbero alleggerire il monte ingaggi e consentire a Petrachi di ottenere in cambio pedine funzionali al progetto. Se poi dovessero andar via gli ultimi giocatori ancora collegati al passato (Fiorillo, Simy, Valencia), il numero degli acquisti potrebbe aumentare, con prestiti ed elementi a scadenza di contratto (a cui andranno assicurati vincoli almeno di un anno e mezzo).