La foto che vi mostriamo è stata scattata nel luogo dove il 5 settembre 20210 venne barbaramente ucciso Angelo Vassallo, il Sindaco Pescatore. Un luogo che in questi anni è diventato simbolo di memoria, di lotta per la giustizia e di amore per la nostra terra. O almeno lo è stato fino a ieri quando qualcuno ha rimosso gli striscioni che di anno in anno sono stati deposti lì e anche bandiere, fotografie e simboli che ricordavano il sacrificio di Angelo. “Un gesto che non solo manca di rispetto, ma oltraggia la sua stessa essenza, un atto che configura un vilipendio dei simboli che devono essere protetti e rispettati, come previsto dall’Articolo 292 del Codice Penale” scrive in una nota Dario Vassallo, Presidente della Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore.
“Non sono interessato a sapere chi sia stato, perché chiunque abbia compiuto tale gesto deve farsi carico della responsabilità e affrontare le conseguenze. Questo non è un episodio isolato: è il segno di una mentalità che cerca ancora oggi di sminuire e oltraggiare la figura di Angelo, simbolo di coraggio e impegno civico. La domanda che mi faccio oggi, guardando il banano piantato al posto dell’ulivo che due anni fa, una grande frana portò via, è: cosa passa per la testa di chi ha ridotto quel luogo a simbolo di squallore? Chi ha preso la decisione di sostituire una pianta che rappresenta la nostra cultura con qualcosa che non ha alcun legame con il Cilento? È evidente che quel luogo non appartiene solo a chi lo gestisce, ma appartiene a tutti noi, all’umanità intera. In quel posto, è stato ucciso Angelo Vassallo, e la memoria e il rispetto non possono essere cancellati con un colpo di mano né con scelte superficiali e prive di significato. Chiediamo alla Procura di Vallo della Lucania di intervenire subito, – conclude Vassallo – chiunque sia stato, deve pagare”.