Comunicazione interrotta: ormai è chiaro che il Partito Democratico e Vincenzo De Luca parlano lingue diverse. Ad aprire il fuoco incrociato ci pensa l’europarlamentare Pd, Sandro Ruotolo, che definisce “chiusa ed archiviata” l’esperienza amministrativa del Governatore che – da parte sua – risponde: “Vado avanti per la mia strada. Nel nostro partito parlano tra di loro una ventina di capi corrente. Sono autoreferenziali quanto presuntuosi”. La teoria dei due pesi e due misure dei Dem viene ben rappresentata da De Luca che ricorda come in Liguria abbiano scelto Orlando che sta da venti anni in Parlamento, ricoprendo per ben tre volte il ruolo di Ministro, passando per Decaro, per dieci anni sindaco di Bari, poi europarlamentare e ora candidato a presidente della Puglia. “Altro che terzo mandato, è una grande manfrina, una aggressione a un uomo libero che non ha mai fatto parte di gruppi e sottogruppi – le dichiarazioni del Presidente della Regione Campania – Io penso a lavorare, gli altri costruiscono le tribù e i percorsi per candidarsi in Parlamento la prossima volta”. In merito, poi, alla vicenda dell’arresto del tesoriere regionale del Pd nell’ambito dell’inchiesta sui falsi contratti di lavoro per gli immigrati, il commento del Governatore è tranchant: “Dovete chiedere a un valoroso statista di nome Misiani, che fa il commissario del Pd campano. In questo momento il partito in regione non esiste, è sequestrato da due anni. Dovete chiedere ai sequestratori”.
Per Ruotolo, l'esperienza De Luca in Campania è "chiusa e archiviata", il Governatore va avanti per la sua strada
Il Pd attacca, De Luca risponde
De Luca: «Altro che terzo mandato, è un'aggressione ad un uomo libero»
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