La patologia, estremamente diffusa, finora impilcava interventi chirurgici disostruttivi

Poliposi nasale, ora è possibile curarla biologicamente

A Salerno da un paio d'anni un ambulatorio clinico somministra terapie biologiche già sperimentate con successo con l'asma
Francesca Salemme

Tornare a sentire un profumo o  solo l’aroma del caffè potrebbe essere una conquista per chi soffre di poliposi nasale o  rinosinusite polipoide.

Si tratta di una patologia infiammatoria cronica grave che colpisce infatti una persona adulta ogni 25, eppure se ne parla ancora poco per quanto “stravolga la vita” di chi ne soffre, ma anche di chi ci vive affianco.

L’anosmia, ossia la perdita dell’olfatto, resta senza dubbio tra i sintomi più invalidanti perché estranea dalla realtà.

La rinosinusite è un’infiammazione comune delle mucose dei seni paranasali e delle fosse nasali che porta a ostruzione nasale, a una limitazione della respirazione e ad abbondanti secrezioni. E’ definita cronica quando persiste oltre le 12 settimane nonostante la terapia.  Fino a poco tempo fa la terapia medica consigliata era  quella con farmaci cortisonici.

Una soluzione non risolutiva in quanto, non veniva meno la possibilità di ripresentarsi nel paziente.

Ultimamente gli specialisti – e a Salerno l’ambulatorio della casa di cura Tortorella – hanno cominciato a somministrare farmaci biologici in quanto è stato dimostrato come siano in grado di ridurre in modo significativo la dimensione e l’estensione dei polipi portando, di conseguenza, alla riduzione della congestione nasale e al miglioramento dell’olfatto e dell’udito.

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