Per loro applicato decreto Caivano: si tratta di due 23enni, uno di Cava de' Tirreni, l'altro di Salerno

Bomba carta contro la Questura, denunciati i responsabili

L'ordigno, anche se di fattura domestica, avrebbe potuto causare seri danni anche alle persone
Francesca Salemme

Sono stati denunciati i due 23enni – rispettivamente di Salerno e Vietri sul Mare – che lunedì sera, a piedi e col volto travisato, avrebbero lanciato un ordigno esplosivo contro la Questura di Salerno. La bomba carta, che, anche se di fattura rudimentale e domestica, sembrerebbe essere stata acquistata, però non è esplosa: dopo il lancio ha urtato contro un pilastro del porticato della Questura, spegnendosi. A ritrovare l’ordigno inesploso, la mattina dopo, un’addetta alle pulizie, che ne ha immediatamente denunciato la presenza. Sul posto gli artificieri arrivati da Napoli che ne hanno valutato il potenziale e la pericolosità (“avrebbe potuto causare seri danni anche alle persone”, ndr), mentre gli agenti della Digos, cui spettano le indagini in caso di delitti contro l’ordine pubblico, sono risaliti all’identità dei responsabili. Già ieri sera, dunque, i due giovani sono stati prelevati dalla Polizia nei rispettivi comuni di residenza. L’attività investigativa si è svolta sotto lo stretto coordinamento della Procura che ha seguito passo passo l’evoluzione delle indagini. Il fatto, in ogni caso “non ha nessuna natura di carattere terroristico nè sportivo” ha ripetuto il Questore: si è trattato di un episodio gravissimo ma estemporaneo, per cui i due autori sono stati denunciati per “porto illegale di esplosivi da parte di persone travisate” e ai sensi dell’articolo 421 bis (“chi fa esplodere colpi d’arma da fuoco o altri ordigni al fine di incutere pubblico timore o di suscitare tumulto o pubblico disordine o di attentare alla sicurezza pubblica”), applicato solitamente in casi di stese di camorra. Quest’ultimo capo d’accusa –  che da solo prevede, se il fatto non costituisce più grave reato, la reclusione da tre a otto anni – segna un primato: è infatti la prima volta che il cosiddetto decreto Caivano viene applicato a Salerno.

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