Il processo sui presunti appalti pilotati per la pubblica illuminazione di Capaccio Paestum resta a Salerno. Non solo: i 6 imputati, a partire da Franco Alfieri, sindaco sospeso del centro cilentano nonché sospeso presidente della Provincia, rimangono agli arresti domiciliari. Questa la decisione assunta dalla Cassazione dopo alcune ore di camera di consiglio. La suprema corte, rigettando totalmente i ricorsi presentati dai legali dei coinvolti nel primo filone dell’inchiesta, condotta dalla Procura della Repubblica di Salerno, ha lasciato ogni cosa invariata: nessuna revoca o attenuazione delle misure cautelari per il già citato Alfieri, sua sorella Elvira, amministratrice della ditta “Alfieri Impianti”; Andrea Campanile , ex capostaff del primo cittadino capaccese; Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria della Dervit e il funzionario comunale pestano Carmine Greco. Invariata anche la sede del dibattimento che si svolgerà davanti ai giudici del secondo collegio della seconda sezione penale del tribunale di Salerno presieduto da Donatella Mancini. Sarà proprio il giudice di merito a dover dirimere la questione relativa alla competenza territoriale, già sollevata dai difensori degli imputati, nella prossima udienza, fissata per il 20 marzo. Il collegio difensivo attende ora la pubblicazione del dispositivo dei giudici cassazionisti e le relative motivazioni per comprendere ulteriori, possibili scenari.
Gli imputati tutti, a partire dal sindaco sospeso, Franco Alfieri, restano ai domiciliari
Processo appalti Capaccio-Paestum, resta a Salerno
Lo ha deciso la Cassazione che ha rimandato la competenza territoriale al Tribunale salernitano
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