Alla nascita - avvenuta alla 39esima settimana con parto spontaneo - pesava 3,450 kg

Nata la prima bambina nel centro P.M.A. del Ruggi

Colarieti: "Utilizzata una tecnica che prevede l'iniezione di un singolo spermatozoo direttamente in un singolo ovocita"
Francesca Salemme

Fiocco rosa al Centro P.M.A dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, diretto dal dottore Giorgio Colarieti. A circa un anno dall’attivazione della struttura la Direzione Strategica dell’ospedale annuncia la nascita del primo bambino concepito con tecnica di fecondazione medicalmente assistita in una struttura pubblica dotata di tecniche avanzate e attrezzature altamente qualificate, utilizzate da personale specializzato, e a cui possono accedere le coppie con diagnosi di sterilità o che incontrano difficoltà nel concepire, così come hanno fatto i genitori della bimba, venuta al mondo con parto spontaneo alla 39esima settimana, nata dopo aver usufruito di tale procedura. Nello specifico si è trattato di una tecnica di fecondazione in vitro omologa di secondo livello, denominata ‘IntraCytoplasmic Sperm Injection (iniezione introcitoplasmatica di spermatozoi), che implica l’impiego dei gameti della coppia e il prelievo degli ovociti, cui segue la fecondazione artificiale e il successivo trasferimento degli embrioni nell’utero della partner femminile. Ad oggi, la ICSI, rappresenta la tecnica di Procreazione Medicalmente Assistita più utilizzata per trattare i problemi della fertilità di origine maschile legati alla motilità degli spermatozoi, che prevede appunto l’iniezione di un singolo spermatozoo direttamente in un singolo ovocita che una volta fecondato darà origine al nuovo individuo, il cosiddetto zigote.

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