Si è aperto ieri, dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Salerno, il processo a carico di Nancy Liliano, la giovane accusata di aver causato la morte dei carabinieri Francesco Pastore e Francesco Ferraro, oltre che dell’anziano Cosimo Filantropia, nell’incidente avvenuto in via Calli a Campagna. Alla sbarra per omicidio stradale, la Liliano avrebbe perso il controllo della sua Range Rover, lanciata a una velocità tra i 128 e i 133 km/h, travolgendo prima l’auto dei militari e poi quella di Filantropia. Nel tragico schianto, avvenuto mentre i carabinieri erano in servizio, rimase gravemente ferito anche il maresciallo Paolo Volpe, alla guida della vettura dell’Arma che, secondo i rilievi, stava effettuando una manovra consentita di svolta a sinistra. In apertura d’udienza, il legale dell’imputata, Antonio Boffa, ha sollevato una questione procedurale, sostenendo che il processo debba essere celebrato davanti a un collegio giudicante e non a un giudice monocratico. Inoltre, ha contestato la costituzione di parte civile della sorella di Filantropia e dell’Associazione Vittime della Strada. Il giudice scioglierà la riserva su questi punti nel corso della prossima udienza. Non si è costituita parte civile l’Arma dei Carabinieri. Per la Procura, la condotta colposa della Liliano, unita all’alta velocità, avrebbe reso impossibile evitare l’impatto, con il veicolo che, dopo la collisione, ha continuato la sua corsa in modo incontrollato, invadendo la carreggiata opposta. Il processo entra ora nel vivo, con l’obiettivo di chiarire ogni responsabilità su una tragedia che ha scosso profondamente la comunità.
Nancy Liliano alla sbarra: l’accusa è omicidio stradale
Tragedia di Campagna, processo per la morte dei carabinieri
Dubbi sulla competenza del giudice monocratico
68
articolo precedente