Sua moglie da tempo combatte col cancro, prima all’utero, poi al seno, infine un condrosarcoma al femore destro, il grido di Luca è disperato: “Dateci la possibilità di continuare a lottare”, ma alla lotta già intrapresa col male se ne aggiunge un’altra, quella contro le lungaggini. Il cancro è un male che non aspetta i tempi della burocrazia sanitaria, ci sono persone che possono pure mettersi in coda nelle tristemente fanose liste d’attesa, ma i malati oncologici no. Quelli vanno sostenuti e curati in tempo utile e possibilmente senza andare a sovraccaricare le famiglie di spese che a un certo punto diventano insostenibili. Luca si è rivolto alla nostra redazione per raccontare una storia che lascia senza fiato: sua moglie è stata operata l’ultima volta al “Gemelli” di Roma, allo stato attuale è invalida, per lei ci sarebbe l’esenzione per i malati oncologici eppure – se due anni fa, su dieci visite specialistiche ne pagava al massimo due – oggi è costretta a pagarle tutte, parliamo di centinaia di euro alla volta, naturalmente dai privati, perché di certo non può aspettare una Tac prenotata per il prossimo mese di giugno. Oltre i sessanta giorni, dovrebbe essere l’Asl di competenza a sostenere le spese sanitarie, invece si va avanti con le risorse di famiglia che restano. “L’Oncologia a Salerno – ci tiene a precisare Luca – può contare su professionisti esemplari per competenza ed umanità, come la dottoressa Savastano, ma il punto è che questi non vengono messi nelle migliori condizioni per poter aiutare il prossimo”. “La malattia non aspetta, lei non ha pazienza”, chiude Luca.
Rilanciamo la storia di un cittadino: sua moglie, malata oncologica, costretta a rivolgersi al privato, a pagamento
Liste d’attesa: Luca: «Il cancro non aspetta…»
La donna dovrebbe essere sottoposta urgentemente ad una Tac, ma l'appuntamento è per il mese di giugno
223
articolo precedente