L’ospedale di Roccadaspide continua a perdere pezzi: reparti fondamentali come Cardiologia, Anestesia e Chirurgia sono al collasso per la cronica carenza di medici, altri – come Lungodegenza – risultano chiusi da anni nonostante siano previsti nei piani aziendali, mentre l’Ortopedia, proprio in questi giorni, ha dovuto sospendere l’attività per l’assenza dell’unico ortopedico in servizio. Così il Nursind. «Siamo arrivati al limite – denuncia Giovanni Aspromonte, coordinatore provinciale Nursind per l’Asl Salerno -. Roccadaspide dovrebbe essere un presidio strategico per l’entroterra, invece viene sistematicamente svuotato di risorse e personale: si continua ad assistere in silenzio a un lento e costante smantellamento». Secondo il sindacato ci sarebbero appena due medici in Cardiologia, tre in Anestesia per coprire un’intera area. Carenza grave anche nel laboratorio analisi, dove a breve rimarrebbe in servizio solo un medico. E anche l’attività chirurgica rischierebbe un drastico ridimensionamento per l’imminente pensionamento di altri professionisti. «È una condizione che impatta direttamente sulla salute dei cittadini – sottolinea Biagio Tomasco, segretario generale del Nursind Salerno – e che mette in seria difficoltà anche il personale sanitario, costretto a turni massacranti e a gestire reparti senza gli strumenti minimi. Chiediamo con forza un incontro immediato con la direzione dell’Asl per avere risposte, non promesse». Secondo il Nursind, il problema non è solo organizzativo, ma anche politico: nonostante il presidio di Roccadaspide risulti sulla carta come un nodo fondamentale della rete sanitaria locale, la realtà quotidiana è fatta di chiusure, assenze e silenzi, pertanto annuncia la volontà di intraprendere, in assenza di risposte rapide e concrete, tutte le iniziative necessarie a tutela dei lavoratori e della cittadinanza.
'Rischio chiusura reparti e carenza critica di personale'
Nursind, ospedale di Roccadaspide al collasso
Per il sindacato nonostante il presidio risulti un nodo fondamentale della rete sanitaria locale, la realtà è fatta di chiusure, assenze e silenzi
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