In un paio di mezzi un serbatoio aggiuntivo per il rifornimento del gasolio “agricolo”, del tutto fuori norma

Società di trasporti dei picentini utilizzava sui suoi bus turistici gasolio agricolo: evasi 160mila euro

Le Fiamme Gialle hanno denunciato il titolare e sequestrato una cisterna e 7 pullman
Francesca Salemme

Una società di trasporto turistico, nella zona dei Picentini, riforniva i propri mezzi con il gasolio cd. "agricolo" che, essendo destinato all'uso agevolato in agricoltura, non solo è riconoscibile grazie ad un additivo che lo colora di verde/azzurro, ma è soggetto ad un minore prelievo fiscale, rispetto al prodotto erogato dai distributori stradali. Non si tratta di una differenza di poco conto, se solo si considera che per ogni litro di carburante si arriva a risparmiare circa 50 centesimi, con uno "sconto" sul prezzo finale alla pompa nell'ordine del 40%.A scoprirlo i Finanzieri della 1° Compagnia di Salerno che hanno potuto ricostruire l'indebito consumo di oltre 330.000 litri nell'arco degli ultimi cinque anni, con un'evasione di IVA ed accise quantificata in 160.000 euro. Talmente importanti i quantitativi di carburante movimentati, che l'azienda si era dotata di un impianto di rifornimento "parallelo", con tanto di cisterna, all'interno della quale sono stati rinvenuti 3.500 litri di prodotto. Altri 1.200 litri sono stati poi scoperti con l'ispezione degli automezzi. Ed è proprio in tale circostanza che è emerso un particolare inquietante: su due di essi, nel vano bagagli, era stato realizzato un serbatoio aggiuntivo per il rifornimento del gasolio "agricolo", del tutto fuori norma, collegato a quello principale con un complesso di tubi interni, attivabile dall'autista tramite un dispositivo elettrico. Questo sistema, molto pericoloso per l'incolumità dei passeggeri, serviva evidentemente a superare indenni i sempre possibili controlli su strada. Al termine della loro ispezione, le Fiamme Gialle hanno provveduto al sequestro della cisterna e dei 7 pullman con ancora il gasolio "agevolato"; hanno c denunciato a piede libero il rappresentante legale della società, per cui si configura la fattispecie di reato fiscale in materia di accise, e rischia adesso fino a 5 anni di carcere ed una multa milionaria, pari a dieci volte l'ammontare dell'imposta evasa.

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