Le indagini dei finanzieri hanno portato alla luce condotte illecite in uno studio commerciale

Gdf: chiusa la “Premiata Stamperia Cilentana”

Oltre 2000 documenti falsi acquisiti dagli inquirenti, sequestrato beni per 5 milioni
Ivano Montano

Le indagini dei finanzieri, avviate in seguito ad una segnalazione di Equitalia, vanno a buon fine: chiusa la "Premiata Stamperia Cilentana" con l'arresto del titolare di un noto studio commerciale del Cilento ed un suo dipendente ed il sequestro di beni per 5 milioni di euro. Le fiamme gialle del Comando Provinciale di Salerno hanno dato esecuzione ad un'ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali nei confronti di 8 soggetti, ritenuti a vario titolo responsabili di una serie di reati di natura tributaria. Due professionisti di uno studio commerciale di Casal Velino avevano esibito documenti e certificazioni false, facendo risultare dei pagamenti in realtà mai avvenuti, per ottenere lo sgravio di cartelle esattoriali oppure risolvere a favore dei propri clienti il contenzioso con il Fisco davanti alle Commissioni Tributarie. I finanzieri, anche mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno svelato il modus operandi degli indagati: il titolare dello studio impartiva precise disposizioni sia al nipote, che lavorava alle sue dipendenze come ragioniere, nonché alle due segretarie, che avevano il compito di predisporre tutta la documentazione fiscale – rigorosamente falsa – per soddisfare le diverse "esigenze" dei clienti in difficoltà. Proprio grazie alle attività di ascolto, è apparso subito evidente che quattro di questi ultimi erano pienamente consapevoli della natura illecita degli "aggiustamenti" contabili adottati dal consulente, manipolazioni che avevano consentito loro un indebito risparmio di imposte quantificato dalle Fiamme Gialle in oltre 2 milioni di euro.

La successiva perquisizione dello studio del professionista ha portato alla luce una vera e propria "stamperia" di documentazione fiscale "tarocca": dalle fatture per operazioni inesistenti, ai crediti d'imposta fittizi da portare in compensazione ed annullare così i debiti con l'Erario, alle buste paga attestanti il finto versamento dei contributi a favore dei dipendenti. Più di 2000 i documenti falsi acquisiti nel corso delle indagini, testimonianza concreta dell'ampiezza e della disinvoltura delle condotte illecite poste in essere con sistematicità nell'arco di sei anni, tra il 2012 ed il 2018.

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