Questa mattina, prima della seduta d'allenamento al Mary Rosy, i giocatori granata si sono sottoposti ad un nuovo giro di tamponi. Ogni tre giorni la società provvede ad accertare la negatività dei componenti del gruppo squadra. Il protocollo indicato dalla Federazione infatti è stato aggiornato e ora prevede l'obbligo dei tamponi solo nelle 48 ore che precedono una partita. La Salernitana però prosegue col vecchio registro. Lo scorso 30 settembre era risultato positivo un giocatore, poi rivelatosi essere il giovane difensore Galeotafiore che proprio nella giornata di ieri ha svelato via social di aver contratto il Covid-19
Nel frattempo mentre a livello nazionale c'è chi in modo maldestro per parlare del caso Juve – Napoli associa la situazione degli azzurri alla Salernitana dimenticando che parliamo di situazioni diverse e di Asl diverse
La Serie A è sotto assedio. Anche il bollettino di ieri, nella spietata crescita dei numeri dei contagi, ha aggiornato pure la lista delle positività del pallone al Covid-19 con i nomi degli interisti Nainggolan e Gagliardini. Stessa situazione in B con due calciatori del Monza risultati positivi al Covid durante l'ultimo giro effettuato dalla squadra lombarda. Sono stati gli stessi biancorossi a comunicarlo tramite il proprio sito, annunciando anche che tutti gli altri tamponi hanno avuto esito negativo e che i due giocatori, entrambi asintomatici, sono già stati posti in isolamento domiciliare.
Nel frattempo gli scienziati tornano ad attaccare il protocollo Figc-Cts ritenendolo ormai inadeguato alla nuova situazione epidemiologica. Nato in mezzo alla primavera, quando finalmente la curva dei contagi aveva preso a scendere, ora il decalogo della ripartenza si ritrova a fare i conti con un incattivimento dei dati e della situazione generale, si legge su La Gazzetta dello Sport.
Regna la confusione sul come comportarsi. E all'orizzonte riappaiono due fantasmi: la famosa bolla stile NBA, rimandata a casa a maggio perché giudicata insostenibile, e il rifugio per cause di forza maggiore nei playoff, parola che sembra sinonimo di tortura per la maggior parte dei club. Una situazione che ha portato ieri Gravina a uscire allo scoperto. "L'unica strada è l'applicazione rigorosa del protocollo da parte di tutti". Per Walter Ricciardi, consulente di Speranza coinvolto nella prima stesura, bisogna "rivedere il protocollo e adeguarlo alla situazione epidemiologica".
Gravina è duro per difendere il protocollo con chi "alimenta confusione e inutili tensioni".