Il contagio, che ha cavalcato l'onda dei vacanzieri di ritorno in un'estate che è appena finita eppur sembra lontana anni luce, oggi trova terreno fertile nei focolari domestici che diventano piccoli focolai e nelle "prodezze" di quelli che – sentendosi, evidentemente invincibili – organizzano feste come se non ci fosse un domani. Ma un domani c'è, e potrebbe essere assai problematico, visto che il maledetto crescendo di positivi non si arresta: ieri, 769 su 9549 tamponi processati, stavolta sono ben 5 le persone decedute, mentre 117 sono i guariti. Certo, rispetto alla prima ondata di marzo il 90% dei positivi è asintomatico, ma il dato è destinato a peggiorare, considerato che, oltre alla riapertura delle scuole e l'inizio della influenza stagionale, sono ancora troppi i cittadini che non indossano la mascherina o magari la portano a spasso attaccata al gomito.
L'obiettivo dichiarato dal Governatore de Luca è raggiungere un punto d'equilibrio tra nuovi positivi e guariti, ad oggi ci sono 671 posti letto destinati al covid, dei quali 520 occupati, con altri 150 posti letto disponibili. 100 i posti letto in terapia intensiva, 52 i ricoveri, dunque ne restano 48. Si sta completando la Fase C, cioè una fase che fa registrare un livello di contagio medio-alto con un numero di ricoveri che era stato già messo in preventivo. Ora entriamo nella fase D, quella del contagio alto. D come Dannazione, D come Disastro, soprattutto economico, visto che nel malaugurato caso in cui si dovessero registrare 1000 contagi giornalieri in raffronto a 200 guariti, dunque con un aumento di 800 positivi al giorno, scatterà inevitabilmente il lockdown, una nuova chiusura totale. Un qualcosa che non possiamo permetterci e che, in ogni modo, dobbiamo provare a scongiurare.